La gatta (o le gatte) nel caso specifico sono impersonate dalla VIP Spa e dalla maggioranza di Bressana – Sindaco in testa – che, con la scusa del tempo che passa, dei contratti che scadono hanno fatto di tutto per evitare “perdite di tempo”: la Valutazione di impatto ambientale, la Valutazione ambientale strategica, l’analisi di forme di compensazione ambientale, non se ne fa nulla e avanti spediti.
Il tutto perché entro il 31 dicembre 2008 sarebbero scaduti i contratti per la VIP e, conseguentemente, ci sarebbero stati problemi occupazionali.
Bene (o male: è questione di punti di vista) il 12 febbraio, a quattro giorni dalla conferenza dei servizi “conclusiva”, con il Consiglio comunale con la convocazione praticamente pronta per approvare definitivamente il progetto di logistica, la VIP chiede un rinvio per rivedere il piano industriale.
I casi sono due: o ci si vuole ulteriormente ampliare o, forse più concretamente, sono intervenuti problemi sulla reale fattibilità dell’intervento.
La terza ipotesi su un ripensamento circa valutazioni ambientali, compensazioni, ovviamente, non la consideriamo nemmeno.
Bel risultato, certo!
E noi che abbiamo preso sul serio la cosa, che ci siamo preoccupati delle 80 famiglie dei lavoratori ex Seril che avrebbero avuto un futuro solo con la nuova logistica, che ci siamo battuti perché con un po’ di responsabilità si verificassero veramente gli impatti sul territorio, che chiedavamo che la “gente” di Bressana, di Bastida, di Castelletto avesse reali benefici.
Noi che ci siamo seriamente preoccupati che la VIP volesse discriminare le assunzioni privilegiando i residenti nei Comuni le cui amministrazioni fossero favorevoli (v. lettera della VIP del 22 dicembre).
L’abbiamo presa troppo sul serio?
Francamente è il nostro modo di vedere le cose, vogliamo andare a fondo, verificare i reali interessi ed i reali benefici, specie quanro le proposte ci convincono poco.
E francamente penso che abbiamo avuto ragione noi e continua a sbagliare chi pensa di sottrarsi a verifiche, chi si ferma al “benedire gli imprenditori che danno lavoro”, senza pensare a quale lavoro, a come, con che impatti.
Non possiamo far altro, oggi, che augurarci – visto che la fretta, poi non era così impellente – un ripensamento globale, magari abbandonando quel progetto e cambiando radicalmente idea sul da farsi e, soprattutto, tenendo conto degli interessi e delle reali volontà di chi sul territorio ci vive e vuole continuare a farlo al meglio possibile.
Umberto Montagna
Capogruppo Consigliare INSIEME